Valli da pesca
Valle Miana-Serraglia: A. Chouairi

Questi specchi d’acqua regimentati non danno solo specie ittiche capaci di tollerare ampie variazioni di salinità, come orate, cefali e anguille, ma consentono le attività venatorie che da secoli portano sulle tavole veneziane specie di volatili selvatici (vd Acqua e Cibo), prelibatezza dei nobili allora e oggi cruccio degli ambientalisti. e rappresentano un elemento chiave nella tradizione culinaria veneziana (Pes, 2008).
Valle Miana-Serraglia




Valle Miana-Serraglia è la valle da pesca più estesa della Laguna Sud di Venezia. Il primo atto di compravendita dell’azienda Miana-Serraglia risale al 1428 e storicamente rappresenta il primo atto formalizzato di costituzione di una valle da pesca arginata, detta appunto a serraglia. Insieme, la valle da pesca e l’Azienda Agricola Sant’Ilario costituiscono un esteso complesso di stagni, canali, argini e campi agricoli destinati all’allevamento estensivo di pesce (circa 400 ettari) e alla coltivazione agricola di cereali e seminativi (circa 1.000 ettari). La doppia produttività su questa scala rappresenta un unicum nell’intera Laguna. Inoltre, negli ultimi anni, è entrato pienamente a regime un biodigestore per la produzione di biometano per autotrazione affiancato da una centrale di energia elettrica, dove vengono utilizzate le biomasse ricavate dalle attività agricole e forestali dell’azienda. Ad oggi, del totale di pesce allevato il 40% è rappresentato da orate, il 30% da branzini e il resto diviso tra cefali ed anguille. (foto di Amina Chouairi)